Il problema delll’individuo è un problema sorto in seno alla critica del marxismo secondo il quale l’analisi marxiana risulta inevitabilmente contraddittoria e quindi presumibilmente falsa.
Marx postula l’idea dell’individuo in seno alla società capitalistica, l’individuo è il punto di nascita della filosofia liberale, cioè partendo da una concezione della società aristotelica il popolo è un’insieme di individui, ogni individuo si riconosce per la sua proprietà, che è il suo corpo. Secondo Locke e secondo Kant così si spiega il lavoro salariato e la sua legittimità: essendo il corpo di un individuo sua proprietà può anche venderla come forza lavoro, oppure può estenderla, queste assunzioni sono già di per sé ricche di alcuni problemi ma non ci interessano, restiamo all’individuo-proprietà: Marx postula che un individuo viene alienato, ovverosia viene privato della sua individualità e quindi della sua proprietà ed è questo che causa il problema o la contraddizione inevitabile del modo di produzione capitalistico. In sostanza Marx postula che il danneggiamento della proprietà è il danno inevitabile del capitalismo ma il suo superamento non è altro che l’estinzione della proprietà stessa, secondo taluni critici liberali Marx nega la proprietà pur assumendone l’importanza fondamentale e questo costituisce il più grande paradosso dell’analisi marxiana e che la rende contraddittoria, ma più che altro mi è stato detto che la rende “pericolosa” e/o “inefficace”.
Comunque, il problema della proprietà è un problema che vorrei trattare con delicatezza perché mi sembra effettivamente un problema, con l’unica differenza che è risolvibile, e non da me ma da Marx stesso e poi se vogliamo tirare fuori un altro anche Althusser. Inizierei con una citazione di Proudhon che mi sembr utile:
La proprietà è un furto!
Ci servirà più tardi.
Noi in società ragioniamo con un tipo di linguaggio, nella società liberale abbiamo firmato un contratto sociale, e abbiamo vinto dei diritti, chiamati naturali e fondamentali, nei quali trattiamo l’individuo come un’effettiva proprietà, se vogliamo è qualcosa per difenderci moralmente e giuridicamente, è difficile se non quasi impossibile pensare ad un mondo dove noi non siamo proprietari di noi stessi, e qua sta l’inghippo, l’inghippo dell’ideologia, vedete che in questa frase io ho usato il verbo “pensare” come vi ho già detto noi in una certa società ragioniamo con un tipo di linguaggio, ciò significa che non esistono concetti statici e assoluti, cambiano e hanno una dinamica che non è sotto il controllo dell’individuo, la proprietà magari ci serve ma solamente per perdurare in un regime liberale, ma questa ogni volta viene maltrattata e schiacciata dallo stesso: non saremo mica disposti a dire che “dont tread on me” non si applica agli operai costretti a lavorare 12 ore per un salario in grado di garantire semplicemente una casa negli slums e un misero cibo.
Di fatto Marx utilizza le armi del sistema per combattere contro il sistema stesso, cioè la proprietà non è una caratteristica trascendente, tale affermazione è pura ideologia ma non solo, è contraddittoria proprio in quanto ideologia stessa, Rousseau dice bene che la proprietà è stata venduta come salvaguardia ma in realtà non è così, che poi sia risultata una condanna infernale quello è tutto da vedere.
Quindi ritornando alla citazione di Proudhon, Marx criticherà duramente questo asserto proveniente dal fondatore del mutualismo in quanto contraddittorio. Se parliamo di proprietà allora possiamo parlare di furto, ma non parlando di proprietà allora non possiamo neanche parlare di furto perché che cosa stiamo rubando? Vedete anche che nel discorso della critica a Marx ho messo molti quindi c’è infatti la considerazione che l’individuo sia una proprietà ma di fatto non è così. Definire l’individuo in base alla proprietà questo sì che è limitativo. L’individuo non si comporta tramite uno schema intellettualistico della proprietà, il binomio tra libertà positiva e libertà negativa non è un asserto possibile al di fuori di un certo discorso politica e l’esistenza dell’antropologia stessa comprova ciò.